domenica 26 aprile 2009

Amici, amici tutti, ho deciso. Si ho deciso di tornare a parlare di problemi reali che mortificano tutti noi. Questo è possibile dopo aver sopportato e superato (speriamo), tre  intensi   anni   di   problemi  riferiti a  s-comportamenti della sanità-pubblica.  Ma di questo avremo modo di parlarne. La “Libera Associazione Cittaverde” riprende il suo modesto lavoro perché possa essere di aiuto a Tutti. Grazie.- (Chiamate 329 3218910 )

Amici, sono stanco, stanco quanto voi, se non di più, di questo modo di fare politica.                                     Politica, quale nobile parola. L'arte dell'amministrazione, delle reciprocità, della valorizzazione di ciò che è comune. Due sono i tratti distintivi che da sempre la definiscono: l'azione e l'universalità.

Ed è proprio in ossequio a tali principi che il malcontento di tanti, troppi di noi si è indirizzato si recente verso i nostri governanti. Dov'è l'azione? Il progresso, l'alacrità e la concretezza? Dov'è finita l'universalità? Dove sono la parità di diritti e di doveri, l'eguaglianza di sanzioni e di opportunità? Che fine hanno fatto? Davvero vogliamo perpetuare questo stato delle cose? Siamo davvero intenzionati a subire questo servizio indecoroso, da carota e bastone, trattati come burattini, automi meccanici, pedine senza anima spostate a piacimento nello scacchiere dei giochi, pezzi di ferramenta tenuti a bada da discorsi futuribili e promesse irrealizzate? Dove sono le infrastrutture, i servizi più essenziali, i posti di lavoro? Vi starete dicendo che in fondo è sempre lì che si va a parare, che anche in questo istante sono sempre loro, parole, parole, soltanto parole, a farla da protagonista, anzi, la soluzione sembra peggio del problema, la cura più dannosa della malattia.

Dove sta il cambiamento? Dov'è la discontinuità col passato?
Non sono qui per assurgere a modello di virtù o simbolo di integrità. Tanti hanno vissuto gli stessi sacrifici e hanno mantenuto la medesima condotta, con sobrietà e tenacia, dignità e coerenza. Ma quante volte il nostro corpo esausto, il nostro stato d'animo assente era costretto a scontrarsi con le asprezze e le prepotenze della quotidianità, le ingiustizie del vivere comune, il malaffare e i privilegi, l'iniquità e l'impunità diffuse.

Tornavamo la sera a casa, accendevamo il televisore e il diario di bordo della politica ci colpiva in tutta la sua veemenza. D'improvviso venivamo bombardati dalla consueta raffica di bilanci in rosso, rincari di bollette, piani regolatori bislacchi, bandi di concorso truccati, finanziamenti oscuri ad imprese o associazioni, gare d'appalto alterate, situazioni ambientali agghiaccianti, abbandoni edilizi, morti bianche e casse d'integrazione, casi di malasanità e bullismo nelle scuole, vite spezzate sulle strade della vergogna. E non era mica da qualche tragico teatro di guerra che giungeva tale bollettino, nossignore, bastava sintonizzarsi sul telegiornale locale. E l'indignazione dolente, la rabbia, quella mai stremata, aumentava, in misura esponenziale.
E' giunto il tempo di cambiare. E' giunta l'ora di allontanare non un politico o un partito o una generazione di amministratori. E' giunta l'ora di cambiare la logica della politica, la sua natura profonda, la sua intima essenza. E' ora di rimettere la politica nelle mani dei cittadini.

 E' ora di cambiare i candidati, il modo di esserlo e quello di rapportarsi, di interagire con la comunità. E' giunta l'ora di cambiare persino il modo di essere cittadino, esatto, il modo di partecipare, i mezzi per farlo e anche il senso e la responsabilità che questo comporta.

 Per realizzare ciò non servono le solite promesse, i soliti riti, le solite invenzioni elettorali declamate a memoria e con un sorriso che abbaglia, servono programmi, idee, progetti pragmatici e plausibili, a difesa dei diritti e non dei privilegi, serve un nuovo modo di promuovere cose concrete e realizzarle in fatti ed azioni annunciate.

E' ora di dire basta alle persone che scaldano seggiole in attesa di poltrone e cedere il passo a persone serie, rigorose, che perlomeno hanno sempre dimostrato di lavorare sodo, di attenersi alle regole, con responsabilità e onestà intellettuale.

 Pensiamoci Insieme !                      

   26 aprile 2009                                                                                                       Fulvus

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